I “Catastrofici Fenici”

Un storia di biogeografia insulare

Una storiella di biogeografia insulare che parte dai Fenici:

La prima grande catastrofe ambientale di origine antropica, in Sicilia, fu causata dai Fenici che abbatterono le foreste climaciche di cedro del libano per costruire la propria flotta.
la nostra terra imparò così a rinascere dalle proprie ceneri: liberato il suolo dalla foresta primaria a conifere, furono i boschi secondari di querce, dominati dal leccio, a diventare la vegetazione disclimacica potenziale della maggior parte del territorio.

Questo tipo di vegetazione ha resistito alle successive catastrofi: la trasformazione nel “granaio di Roma” messa in atto con la tecnica del taglie e brucia; l’esplosione demografica dei cinghiali durante la dominazione islamica; i disboscamenti borbonici mirati a stanare i briganti, e persino alle due guerre mondiali ed alla politica autarchica fascista, periodo durante il quale ci siamo letteralmente mangiati il mangiabile.
Questa è la dimostrazione di come la vegetazione disclimacica mediterranea abbia una elevata resilienza: dopo che la radiamo al suolo riesce a ricostituire le “serie vegetazionali” preesistenti, la successione di ecosistemi che riporta all’equilibrio precedente.

I concetti chiave

Le foreste climaciche costituicono una comunità vegetale coerente con le caratteristiche climatiche della zona in cui è distribuita. Successione ecologica che è arrivata al climax.

Parliamo di vegetazione disclimacica riferendoci a comunità che si adattano a periodiche distruzioni, stabilendo con queste un equilibrio stabile.

Le serie o successioni vegetazionali sono una successione temporale di comunità vegetali, e di conseguenza di ecosistemi, che porta dal suolo nudo alla vegetazione finale, passando da varie tappe obbligate (steppa, gariga, macchia, bosco) in base ai fattori ambientali (clima, pendenza, suolo ecc…)